Archeologia industriale
La storia della Sardegna è fortemente legata alla storia dell’industria estrattiva, che ha segnato principalmente le aree del Sulcis-Iglesiente. Non è un caso che l’UNESCO abbia riconosciuto la Sardegna come il primo parco geologico e minerario al mondo. Numerose miniere, destinate all’estrazione di varie rocce, hanno lasciato testimonianze indelebili nel campo dell’archeologia industriale. Con l’esaurimento delle vene minerarie, le miniere sono state trasformate in musei e centri culturali o destinate ad altri scopi.
Tra i siti più significativi c’è il Museo Minerario di Iglesias, situato in un piccolo palazzo liberty che originariamente ospitava l’Istituto Tecnico Industriale “Asproni”. Nella miniera di Monteponi è possibile visitare il Tunnel Villamarina, dove si incontrano due gallerie fondamentali: la Galleria Vittorio Emanuele e la Galleria Sella, scavate nella seconda metà del XIX secolo. Importante è anche la miniera di piombo e zinco a Malfidano, in attività tra il 1870 e il 1977, attorno alla quale è stata fondata la comunità di Buggeru. Qui è possibile visitare la struttura più importante della miniera, il Tunnel Henry, costruito per consentire il passaggio delle locomotive a vapore, che sostituirono il trasporto tramite muli. La particolarità del Tunnel Henry sta nel fatto che, con piccoli tunnel e gallerie scavati nella roccia, serpeggia lungo la cresta di un’alta scogliera che precipita verticalmente nel mare. Molto interessante è anche il porto di Porto Flavia a Masua, i cui 600 metri sono stati scavati nella roccia nel 1924. Porto Flavia rappresenta un esempio di ingegneria innovativa, grazie alla quale è stata realizzata una svolta nel caricamento delle rocce. I minerali venivano trasportati dal deposito tramite un nastro trasportatore che attraversava un sistema di tunnel sovrapposti, consegnandoli direttamente nello spazio di stoccaggio delle navi mercantili.
Con l’attività estrattiva è strettamente legata la fondazione di città di scopo fascista, come ad esempio Carbonia e i quartieri di Bacu Abis e Cortoghiana. La città di Carbonia fu inaugurata nel dicembre del 1938 come ampliamento civile della vicina miniera Serbariu, che iniziò a operare nel 1937 come principale fonte di carbone per l’intera isola. La miniera fu chiusa nel 1964 e dal 2006 ospita il Museo del Carbone, che consente la visita al complesso di Serbariu e raccoglie importanti materiali documentari, compresi i testimoni delle persone che vi hanno vissuto e lavorato.
Oltre al Sulcis, vale la pena visitare anche il suggestivo villaggio di Argentiera, situato a metà strada tra Alghero e Stintino. Qui è stato scoperto uno dei più antichi giacimenti di piombo e zinco argentifero della Sardegna. Nel villaggio fondato nel XIX secolo, le abitazioni si mescolano alle strutture minerarie. L’edificio più caratteristico è il lavatoio meccanico minerario interamente in legno del XIX secolo, attorno al quale si trovano altre costruzioni legate all’attività estrattiva o destinate all’abitazione. Tra queste c’è anche la residenza del direttore, circondata da un ampio giardino. Dalla parte più alta del villaggio è possibile godere di una splendida vista sulla natura circostante che avvolge Argentiera.
Luoghi di estrazione significativi si trovano anche nell’area di Nuoro. A Gadoni, un villaggio di montagna incastonato tra le Barbagie di Belvì e Seui, si trova la gemma dell’archeologia industriale, la miniera di Funtana Raminosa. Qui è registrata una storia estrattiva millenaria, dall’età neolitica all’epoca moderna. I Nuragici estraevano qui una componente fondamentale del bronzo, che successivamente fondono in forme di statuette, utensili, gioielli e armi. Funtana Raminosa, uno dei giacimenti di rame più ricchi d’Europa, esteso su una superficie di circa 150 km², è una delle otto aree che costituiscono il geoparco della Sardegna, inserito tra i geoparchi UNESCO. Il sito può essere visitato come museo all’aperto e sotterraneo, con accordi pre-organizzati, per esplorare macchine ancora funzionanti che sono state conservate in ottime condizioni fino ai giorni nostri.