Arte & Archeologia

Mont’e Prama, la patria dei giganti

Mont’e Prama, la casa dei giganti. Molti li definiscono la scoperta artistica più importante del ventesimo secolo nel suolo italiano, alcuni parlano della scoperta più insolita di sempre. Fatto sta che i giganti di Mont’e Prama ti cattureranno sicuramente con la loro apparizione, potenza, design e il mistero che li circonda.

Come molti altri tesori archeologici, anche questo è stato scoperto per caso. Negli anni ’70 due contadini stavano coltivando un campo e trovarono tra la terra una pietra che, dopo essere stata pulita, assomigliava in modo sorprendente a una testa umana. Successive scavi nel 1975 hanno rivelato tombe e statue monumentali di arcieri, guerrieri e pugili, nuraghi e betili, sparsi su un’area di 80.000 m2 sotto la collina di Prama, nel distretto del Sinis nella Sardegna occidentale.

Insieme ad altre ricerche negli anni 2014-2016 e tra il 2018 e il 2022, i ritrovamenti hanno portato in superficie parti del puzzle della storia sarda. In alcuni luoghi si sono incastrati e hanno completato fatti già stabiliti in altre parti dell’isola. In altri luoghi hanno creato punti interrogativi ai quali potremmo non sapere mai la risposta.

Statue alte fino a 2 metri erano sparse sul territorio sotto il quale è stata scoperta una necropoli utilizzata per diversi secoli. Un totale di 125 tombe con altrettanti corpi sono state scoperte e scavate. Ma finora solo un po’ più di 60 corpi sono stati esaminati. I corpi erano posizionati nella fossa in posizione seduta, con le gambe incrociate, le braccia incrociate sul petto e probabilmente la testa china. La stragrande maggioranza coinvolgeva i corpi di uomini adulti, le cui origini e professioni sono oggetto di congetture. Si crede che di fronte o sopra ciascuna di queste tombe si ergeva una delle gigantesche statue, che avevano un indiscutibile valore simbolico nel loro tempo. Rimane incerto se fossero effettivamente arcieri, combattenti e pugili. Alcuni suggeriscono che le statue raffigurino divinità del periodo, basandosi sul fatto che i volti delle statue non copiano intenzionalmente i volti umani. Le sculture sono realizzate in calcare, che si ritiene provenire da Santa Catterina di Pittinuri, a 16 km di distanza.

Dall’Età del Bronzo, approssimativamente tra il 1700 a.C. e il V secolo a.C., la Sardegna fu abitata dalla tribù nomade dei Nuraghi, dopo di che rimasero sull’isola 7.000 capanne di pietra, torri e complessi. Il più grande di essi, Su Nuraxi, è un sito Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e, come le gigantesche statue di Monte Prama, questo complesso fu sepolto sotto terra e scoperto dai contadini che coltivavano la terra nel sud dell’isola negli anni ’50. Sono stati trovati vasi ceramici, statuette bronzee e coltelli di ossidiana ad uso quotidiano negli edifici. Anche se l’età delle gigantesche statue risale all’inizio dell’Età del Ferro, gli scienziati credono che siano state create dalla popolazione nuragica. Si ritiene generalmente che il passaggio dall’Età del Bronzo all’Età del Ferro abbia portato a un cambiamento fondamentale nella cultura e nello stile di vita. Ma è anche possibile che le statue siano state create da una delle nazioni piratesche che attaccavano la costa sarda da secoli.

Finora sono stati trovati singoli pezzi di 44 sculture. Vengono gradualmente puliti, restaurati e assemblati. Alcuni di essi sono esposti nel Museo Archeologico di Cagliari. Altri nel Museo Civico Giovanni Marongia a Cabras, che è quasi interamente dedicato a questa collezione unica. I reperti sono davvero di valore inestimabile e archeologi provenienti da tutto il mondo partecipano al loro studio. Un grande successo internazionale è anche la mostra temporanea di uno dei giganti al Metropolitan Museum di New York da maggio a dicembre 2023.