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La letteratura nel tempo

Sardegna è sempre stata un tema comune e riconoscibile per tutti gli autori e scrittori sardi famosi. I loro libri sono permeati da un’aura magica che emana dalla terra d’origine, come se volessero trasmettere ai lettori il profumo del mirto, i mutevoli colori della natura incontaminata e i riflessi delle acque, che sono tra i più belli al mondo.

Grazia Deledda (1871-1936), una delle più famose scrittrici sarde e italiane in assoluto, nacque a Nuoro nel 1871 in una famiglia contadina relativamente agiata. Frequentò solo la scuola elementare e successivamente si auto-istruì, principalmente leggendo libri. Da giovane iniziò a scrivere racconti un po’ naif con tematiche sarde, pubblicati tra il 1888 e il 1890 nelle riviste femminili Ultima moda e La Sardegna. Pubblicò la sua prima raccolta di racconti nel 1890. Nel 1900 Grazia Deledda si sposò e si trasferì dalla nativa Sardegna a Roma, dove rimase fino alla sua morte. A Roma, la scrittrice maturò. Nei suoi scritti non si immerse più tanto nel sentimentalismo e cercò di rappresentare le vicende drammatiche dei suoi personaggi con una sorta di distacco verista. Tuttavia, la sua ispirazione rimase ancorata alle storie romantiche d’amore e alle leggende della nativa Sardegna. Lo stile e il contenuto dei suoi romanzi e novelle aumentarono costantemente, trovando il loro apice soprattutto nei romanzi Elias Portolu e Canne al Vento – la storia di un servo piegato dalla volontà di uno più forte, come una canna. Nel 1926 la scrittrice ricevette il Premio Nobel per la Letteratura. Tra le sue opere vi sono: Nell’azzurro, Racconti Sardi, Amore regale e altre.

Antonio Gramsci (1891-1937), uno degli scrittori sardi più importanti e anche un politico molto influente, è considerato uno dei pensatori più significativi del XX secolo. Le sue opere seguono la tradizione marxista e filosofica originale, analizzando la struttura culturale e politica della società e sviluppando il concetto di egemonia. Le idee di Gramsci derivano dalle letture e dalle riflessioni fatte durante il suo lungo periodo di prigionia nelle carceri fasciste, ed è quindi uno dei concetti più importanti è quello di egemonia, vicino all’idea leniniana della dittatura del proletariato. Gramsci considera l’egemonia come la superiorità della società civile sulla società politica. Tra le sue opere migliori si annoverano: “Odio gli indifferenti”, “Il popolo delle scimmie” e “L’Ordine nuova”.

Sergio Atzeni (1952-1995) – giornalista e romanziere sardo, trascorse la sua infanzia ad Orgosolo e si trasferì successivamente a Cagliari, dove si dedicò attivamente al giornalismo e alla vita politica. Nel 1977 fu uno dei fondatori della rivista “Altair”, una rivista mensile sarda di turismo e tempo libero. Dopo essersi trasferito a Torino nel 1986, scrisse le sue opere più significative, ambientate in Sardegna e ispirate alla ricostruzione storica della regione dall’antichità all’inizio del XX secolo. I suoi romanzi hanno come tema principale le storie di persone umili e sconfitte. Tra le opere più note ci sono i romanzi postumi “Passavamo sulla terra leggeri” e “Bellas mariposas”, che combinano l’uso del sardo e dell’italiano. Lo scrittore morì tragicamente nel 1995, ma dopo la sua morte furono pubblicate altre opere che rimangono popolari in Sardegna. Il suo lavoro è considerato una parte fondante della nuova letteratura sarda. Tra le sue migliori opere: “Passavamo sulla terra leggeri”, “Il folio di Bakunin” e “Il quinto passo è l’addio”.

Salvatore Niffoi (1950) è nato a Orani nella provincia di Nuoro, dove ha lavorato come insegnante di scuola superiore fino al 2006. Il suo primo romanzo “Collodoro” è stato pubblicato nel 1997. Nel 2006 ha ricevuto il Premio Campiello. Niffoi è uno dei migliori scrittori sardi contemporanei, e nei suoi scritti troviamo un’unica combinazione di italiano e sardo, che tuttavia può rendere la lettura più difficile per coloro che non conoscono il sardo. Tuttavia, per lo scrittore, questa combinazione di lingue è essenziale per dare alle cose un nome preciso ed esprimere il significato della narrazione senza tradirlo con la traduzione. Merita particolare attenzione la sua abilità nella descrizione, che prevale sui dialoghi, riuscendo a trasmettere i colori, gli odori e persino i suoni, coinvolgendo così i sensi del lettore. Tra le sue migliori opere: “Le donne di Orolé”, “Il cieco di Ortakos” e “Il venditore di metafore”.

Un altro importante scrittore sardo è Marcello Fois (1960). Nel 1986 si laureò in italiano presso l’Università di Bologna e nel 1989 pubblicò il suo primo romanzo “Ferro Recente”, che fece parte di una serie di giovani autori italiani. Nel 1992 pubblicò “Picta”, per il quale ricevette il premio “Italo Calvino”. Nel 1997 vinse il premio “Dessi” per il romanzo Nulla. Nel 1998 pubblicò “Sempre caro”, il primo romanzo di una trilogia ambientata alla fine del XIX secolo a Nuoro, seguito da “Sangue del cielo” e “L’Altro mondo”. Lo scrittore ha ricevuto diversi altri premi letterari negli ultimi anni, e tra le sue opere più recenti è possibile citare “Del dirsi Addio” o “Pietro e Paolo”.